Come essere d’aiuto a chi è stata diagnosticata l’incompetenza cervicale (IC)

essere vicini a chi soffre di incompetenza cervicale

A tua figlia, alla tua migliore amica, a tua moglie è stata diagnosticata l’incompetenza cervicale (IC)?

Ecco cosa puoi fare per starle vicino in un momento così difficile

Cos’è l’incompetenza cervicale (IC)

L’incompetenza cervicale (IC) è una patologia rara e seria che può comportare la dilatazione e l’accorciamento del collo uterino della donna nel secondo trimestre di gravidanza.

Queste modificazioni alla cervice possono provocare un parto prematuro, che può essere anche repentino e inarrestabile. La sopravvivenza del bambino dipende soprattutto dall’età gestazionale a cui avviene il parto. Quando quest’ultimo avviene prima della 25a settimana di gravidanza, il rischio di morbilità e mortalità neonatale è, purtroppo, molto alto.

La diagnosi dell’incompetenza cervicale (IC) avviene, il più delle volte, dopo due perdite consecutive a causa di un parto prematuro, nelle quali cause differenti (es. infezioni etc.) siano state escluse.

L’incompetenza cervicale (IC) ha cause sia congenite sia acquisite. Può essere legato, infatti, a fattori ereditari o può essere conseguenza di lacerazioni o danneggiamenti acquisiti nel corso della vita (es. trachelectomia, parti complicati precedenti etc.)

Se a una persona a te cara è stata diagnosticata questa patologia, è possibile che abbia alle spalle le terribili esperienze sopradescritte. Tieni conto della delicatezza del momento e, se ne hai la possibilità, cerca di fare almeno una delle seguenti cose, per dimostrarle con i fatti e non solo a parole, la tua vicinanza.

Non è stata sfortuna

È umano pensare, per prima cosa, che una donna che viva questa esperienza sia stata sfortunata. È importante però ricordare a te stesso e a lei che, in questo caso, la fortuna – o la sfortuna – non c’entra.

Una volta ricevuta una diagnosi certa da un medico esperto, è fondamentale comprendere che l’incompetenza cervicale (IC) è una condizione permanente e non legata a cambi sfavorevoli della fortuna. Sarà infatti una condizione con cui la donna sarà chiamata a confrontarsi in tutte le gravidanze successive e, se non trattata adeguatamente, può portare a parti prematuri sempre più precoci e drammatici.

È importante quindi avere un approccio pragmatico al problema e non lasciarsi distrarre da pensieri quali “non può capitare tutto a me”, “la fortuna girerà dalla mia/sua parte”. Bisogna invece agire: cercare un medico esperto in materia e prendere tutte le precauzioni da lui/lei consigliate per prevenire problematiche nelle eventuali future gravidanze.

La diagnosi è un lutto

La donna a cui viene diagnosticata l’incompetenza cervicale (IC), oltre al lutto per la perdita del proprio bambino (o dei propri bambini), è chiamata ad affrontare anche un lutto diverso, ma non meno doloroso: la presa di consapevolezza di avere una patologia che mette a rischio la vita dei propri figli.

Si tratta di un vero proprio shock: il proprio corpo, col quale si desiderava donare una nuova vita, diventa all’improvviso il mezzo con il quale si è vissuta la tragedia delle tragedie. Inoltre, quello stesso corpo, potrebbe mettere a repentaglio anche gravidanze successive.

Per essere vicino ad una donna che ha avuto questo shock, è di fondamentale importanza non sottovalutare questo aspetto: la donna è chiamata non solo ad affrontare la morte dei propri figli, ma anche il dolore lacerante di convivere con un corpo che inevitabilmente considera difettoso, inadeguato, persino pericoloso, sicuramente sbagliato.

Le donne con questa patologia potrebbero anche fare fatica a sentirsi compiutamente donne, proprio perché timorose di essere incapaci di avere un figlio.

In questi casi, sono necessari tatto e vicinanza: più che esprimere a parole l’affetto per loro, meglio offrire una spalla sulla quale piangere o un abbraccio nel quale rifugiarsi.

Se la donna chiede una risposta al suo dolore, non perdete l’occasione di ricordarle i suoi pregi e rassicurarla sul fatto che i vostri sentimenti nei suoi confronti non sono cambiati. A voi potrà sembrare scontato, ma per lei non lo è: fra le tante paure, in questi momenti, si prova anche quella di non essere più meritevole di affetto e stima.

Se è il momento giusto per farlo e/o la donna esprime chiaramente il desiderio di avere un altro figlio, ricordatele che esistono dei trattamenti specifici che possono aiutarla nelle gravidanze successive.

Il trauma del parto

Il parto è un momento critico e doloroso per tutte le donne; ciò è vero a maggior ragione per chi vive il trauma di un parto prematuro, a cui consegue la morte del proprio bambino.

In questi casi infatti, il dolore naturale del parto non trova conforto nel pianto e nell’abbraccio di un bambino pieno di vita, ma si scontra con l’angoscia che gli sforzi fatti per mettere al mondo il proprio figlio sembrano essere stati inutili.

Inoltre, poiché spesso si arriva a questi momenti senza esperienza alle spalle e senza neanche aver avuto il tempo di seguire corsi preparto o prepararsi mentalmente a questo evento, la donna può provare il doloroso timore di non essere stata all’altezza, di aver sbagliato qualcosa.

Ancora una volta, è importante non sottovalutare l’entità di questo trauma. Se la donna parla del momento del parto, è bene rassicurarla sul fatto che ha fatto tutto quello che c’era da fare. Il parto è un’attività naturale, scandita dalle doglie, che guidano tutte le donne, comprese quelle inesperte, nel fare la cosa giusta.

Inoltre, sarebbe bene cercare le parole adatte per farle vedere il momento del parto con gli occhi più positivi possibili: si tratta infatti di un momento sicuramente doloroso, ma anche estremamente importante e ricco di significato perché ha rappresentato il primo incontro con il figlio, e, in alcuni casi, anche l’unico.

Nell’elaborazione del lutto, guardare con occhi diversi il momento del parto sarà fondamentale per la ripresa della donna.

Sii presente e aperto/a all’ascolto

Incontrare e passare del tempo con donne che hanno alle spalle le traumatiche esperienze di un parto prematuro e della diagnosi di incompetenza cervicale (IC) può non essere facile. E’ possibile provare imbarazzo, ansia, senso di inadeguatezza e timore nel fare o dire la cosa sbagliata. Sono tutti sentimenti umani e normali, che anche i genitori in lutto comprendono.

Se si è determinati però nel stare vicino alla persona cara in un momento così delicato, è necessario superare queste paure ed essere aperti all’ascolto.

Mai come in questo momento, la persona in questione ha bisogno della vostra presenza e del vostro affetto. Specie in un primo momento, potrebbe allontanarsi, o, a volte, dirvi chiaramente che preferisce stare da sola. Rispettate questo desiderio espresso, ma, non appena la sentirete pronta a riavvicinarvi a voi, non perdete l’occasione di incontrarla e passare il tempo che lei desidera con voi.

Una volta fatto questo primo passo, arriverà per voi la sfida più grande: essere capaci di ascoltare questa persona, anche nel momento in cui vi dirà cose che avreste preferito non sentire mai nella vostra vita.

I genitori in lutto potrebbero infatti sentire il bisogno di parlare di quello che è successo: del parto, delle parole del medico, della diagnosi, del bambino, del funerale, del loro senso di vuoto e del loro profondo dolore…In questi momenti, anche se è difficile, cercate di non interrompere il racconto, specie con affermazioni del tipo “questo è troppo”, “non andare oltre”, “meglio non pensarci”,non pensiamoci più”.

Affermazioni di questo tipo solo arme letali che non avranno altro effetto che rallentare il processo di elaborazione del lutto del genitore in questione e potrebbero addirittura avere l’effetto di allontanare queste persone da voi.

Se siete mossi da affetto e desiderio di vicinanza sinceri, dimostratevi vicini alle persone in lutto, ma fatelo solo se e quando sarete pronti ad affrontare quanto ne conseguirà, perché il rischio è quello di peggiorare le cose dicendo le parole sbagliate o dimostrandovi non in grado di reggere il loro dolore.

Non abbiate paura che sarà sempre così. Solitamente, solo i primi incontri dopo la perdita o la diagnosi di incompetenza cervicale (IC) vertono su questi argomenti. Gli incontri successivi, di norma, sono via via più “leggeri”, perché il genitore stesso potrebbe aver voglia di distrarsi e di parlare di altro.

Non abbiate mai, anche a distanza di tempo, il timore di dire frasi come: “parlami del tuo bambino/ della tua bambina”, “parlami di questa patologia, se te la senti”, “dimmi cosa posso fare per te”.

Sono queste le frasi che più possono essere di aiuto ad un genitore in lutto a causa dell’incompetenza cervicale (e non solo).

Aiutare a trovare il medico giusto

Dopo il dolore, è importante che arrivi la fase della consapevolezza della propria situazione e chiedere aiuto a personale medico specializzato.

Trovare il medico giusto è infatti il primo passo verso la possibilità di avere, se lo si desidera, una futura gravidanza a buon fine.

In Italia, abbiamo la fortuna di avere strutture ospedaliere specifiche per gravidanze a rischio; non sono molti però i medici specializzati nell’ambito dell’incompetenza cervicale (IC).

Un aiuto concreto per i genitori che si trovino ad affrontare questa patologia può essere quello di affiancarli nella ricerca del medico giusto. Chiedere un consiglio al proprio medico di base o fare ricerche mirate su Internet, può, con il dovuto tatto, essere di grande aiuto per i genitori, che potrebbero, sopraffatti dal dolore, non essere in grado o avere difficoltà nel fare questo tipo di ricerca.

Cercando in nessun modo di essere invadenti, suggerite i nominativi  che avete trovato (dopo averli verificati) mandando magari un sms o un’email. Se non subito, quando saranno pronti, i genitori saranno in grado di accogliere il suggerimento e vi saranno grati dell’impegno e della vicinanza che avete dimostrato.

In sintesi

  • Siate presenti e aperti all’ascolto
  • Chiedete, con tatto, di parlare del proprio bambino, dell’esperienza vissuta e della diagnosi ricevuta
  • Chiedete se potete essere di aiuto e in quale modo
  • Rispettate il loro silenzio e il loro allontanamento, ma non esitate ad accogliere e incentivare un riavvicinamento
  • Ricordate loro il vostro affetto e la vostra stima
  • Siate proattivi nell’aiutare i vostri cari a trovare un medico specializzato a cui chiedere aiuto

Racconta la tua esperienza su incompetenzacervicale.it

incompetenzacervicale-it-logopiccolo

Copyright ©. Tutti i diritti sono riservati.

Leave a Reply