La mia storia comincia nel 2014, 8 mesi di tentativi per rimanere incinta: ci riuscii il mese del mio matrimonio, pare perché non pensavo alla gravidanza.

Inutile dire che fu un sogno. Sogno che purtroppo svanì ad agosto, quando si avviò il travaglio e non fu possibile arrestarlo.

Il parto preferisco non raccontarlo perché li farei andare in galera dato che mi hanno lasciato da sola in sala parto e poi mi hanno fatto un rischiamento senza anestesia.

Dopo 3 mesi di depressione, decisi di riprovarci e la gravidanza arrivò al primo tentativo. Questa volta, ci siamo rivolti al primario del’ospedale: chiesi più di una volta la possibilità di fare un cerchiaggio preventivo, ma il primario si rifiuto’. Secondo lui, il parto prematuro precedente era stato provocato da un’infezione. Decidemmo di ascoltarlo.

Al quinto mese, fui ricoverata per accorciamento del collo dell utero e ampio funneling. Rimasi in ospedale per un mese, fino a quando, nella stessa settimana della prima gravidanza, si avviò il parto. La bimba nacque viva e la battezzai, ma visse pochi minuti. “Bastava un cerchiaggio” disse il primario di ostetricia. E così sono stata costretta a vedere mia figlia andare via tra le mie braccia.

Nonostante questo, ho voluto crederci ancora.. ed oggi grazie al cerchiaggio preventivo e un team specializzato, stringo tra le braccia il mio sole: Sophia Arya.

Ecco, non sono io ad aver dato la vita a lei, ma lei a me.

Rosita

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